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Formigoni, il Vangelo e le parolacce

Oggi (2)

Un articolo che scrissi nel 2012 su “Oggi”: Formigoni disse “pirla” a un consigliere regionale Idv. In homepage: elaboraz. foto Shutterstock.

Ieri ho letto una frase del senatore Roberto Formigoni che mi ha fatto sobbalzare sulla sedia. Ha detto: “Dove sta scritto nel Vangelo che non bisogna dire parolacce? No: il Vangelo dice che bisogna trattare gli altri con carità“.
L’episodio a cui il politico si riferiva è il cosiddetto “sbroccogate“, lo scandalo dello sbrocco: giorni fa aveva insultato gli addetti aeroportuali di Alitalia in aeroporto a Roma Fiumicino, perché non l’avevano fatto imbarcare sul volo per Milano. Secondo quanto egli stesso ha riferito, gli avevano detto di recarsi a un gate sbagliato, e aveva perso tempo, arrivando al gate corretto quando ormai  le porte erano chiuse. Furibondo per aver perso il volo, Formigoni ha apostrofato gli addetti urlando loro: “Banda di coglioni, figli di puttana, vada a fare in culo, massa di coglioni, teste di cazzo!”. Prima di andarsene, per la rabbia ha scagliato il telefono del banco Alitalia contro una parete.
L’episodio è balzato sulle cronache perché una viaggiatrice presente in aeroporto ha registrato l’episodio con un cellulare, pubblicando il filmato in Rete. Eccolo:

Il fatto ha avuto grande rilevanza sui giornali perché Formigoni è noto per la sua religiosità: è un esponente di spicco del movimento ecclesiale cattolico Comunione e Liberazione (Cl), oltre a risultare membro della comunità laicale dei Memores Domini, che vivono in povertà, castità e obbedienza. Alla luce di queste appartenenze, gli insulti che ha lanciato fanno notizia perché risultano stridenti. Insomma, è nato un caso.
Ecco perché Formigoni è stato invitato da “La zanzara“, trasmissione di Radio24 celebre per il turpiloquio del suo conduttore Giuseppe Cruciani. Ai microfoni, Formigoni ha fatto una serie di affermazioni sorprendenti (le trovate nel video qui sotto dal minuto 9:40 al 16:14; il clou poco dopo il minuto 13): “Pentito? I cristiani le parolacce le dicono, se hanno i muscoli…. Ho ben altri peccati da confessare… Il turpiloquio oggi è diventato così comune… Io non ho fatto del turpiloquio la mia politica. …. Mi sono comportato come un qualunque cittadino a cui, davanti a un sopruso, ghe giren i ball (gli girano le balle)… Dove che sta scritto nel Vangelo che non bisogna dire parolacce? C’è scritto che bisogna trattare con carità. Io ho trattato i dipendenti Alitalia con carità“.

A dire il vero, gli insulti e i toni che ha usato non mi sono sembrati caritatevoli. Anche se poi, alla radio, ha cercato di correggere il tiro dicendo che erano rivolti “alla società Alitalia” (ma le società sono fatte di persone!).
Trascuriamo, poi, l’affermazione che la sua politica sia esente da turpiloquio: nel 2012 scrissi su “Oggi” un commento al fatto che aveva dato del “pirla” a un consigliere comunale d’opposizione. All’epoca, Formigoni aveva minimizzato l’episodio, sostenendo che “pirla” non è un insulto (affermazione su cui non ero e non sono d’accordo).

Stavolta, con lo sbroccogate, la prima cosa che mi ha fatto sobbalzare è che Formigoni abbia affermato che un cristiano “virile” possa dire parolacce. Non più di 2 settimane fa, papa Francesco aveva detto l’esatto contrario: aveva denunciato che “stiamo diventando una società delle cattive maniere, dove si dicono tante parolacce, anche in pubblico”; e aveva invitato i fedeli a comportarsi con un’autentica (e non ipocrita) buona educazione. Mi pare quindi che il papa abbia una visione diversa dall’onorevole Formigoni.
Ma mi ha sorpreso ancor più l’affermazione secondo cui il Vangelo non vieterebbe le parolacce. Forse non sono religioso quanto Formigoni, ma quando scrissi il mio libro mi ero documentato, accertando che non è così. Riporto i 3 brani più significativi, tratti da Matteo:
1) «Ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende immondo l’uomo. Dal cuore, infatti, provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adultèri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie» [Matteo, 15:17-20].
2) «Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna» [Matteo, 5:21-24].
3) «Benedite quelli che vi maledicono» [Matteo, 5:43-44].

Facile immaginare il divieto di bestemmiare. Ma Gesù va ben oltre: dice chiaro e tondo che la rabbia contro le altre persone è grave quanto un omicidio! E peggio ancora se questa rabbia è espressa attraverso gli insulti: un corollario del divieto di giudicare gli altri, dato che gli insulti sono giudizi sintetici e svilenti.
Infine, Gesù arriva addirittura a invitare i fedeli a reagire agli insulti altrui benedicendoli. Io non ce la faccio, Formigoni nemmeno: e se davvero avesse subìto un sopruso, ha la nostra solidarietà. Ma sull’etica degli insulti, forse gli converrebbe dare una rispolverata al Vangelo.

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