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Di cosa parliamo quando diciamo vaffanculo

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13 Comments

  1. Mandare uno a fare in culo, vuol dire augurargli di prenderlo nel culo, di fare il culattone, insomma. E sappiamo tutto che in Italia è meglio fascista che frocio, ma anche meglio morto che frocio.

  2. Tutto assolutamente non vero la parola ha origine in uno studio di pittura del risorgimento, il maestro diceva “vai a fare un culo” agli studenti incapaci di disegnare …..datosi che il “culo” di solito non si disegnava.

  3. Tenere a mente che i Livornesi utilizzano una variante più diretta, anche se più lunga:
    Matte lo và a piglià ‘nder culo!

  4. L’interpretazione è totalmente sbagliata.
    “Vaffanculo!” è la forma italianizzata della dialettale “va’ fa’ ndo’ culo ” ,usata nell’Italia meridionale peninsulare, che può essere interpretata ,nel significato in senso lato ,come ” Vai a lavorare, invece di trastullarti..” Infatti come è risaputo , soprattutto al Sud, andare a lavorare sotto padrone è doloroso quasi come essere oggetto di sodomizzazione. Quindi non è un vero insulto ma anzi assume quasi l’aspetto di una paternalistica per quanto fantasiosa e popolare possa essere.

    • La sua interpretazione è del tutto personale e non supportata da alcuno studio. La linguistica non si fa in questo modo. Il fatto che il “vaffa” possa essere detto anche in modo bonario vale per tutte le parolacce.

  5. Per quanto riguarda poi l’origine storica del desiderio anale, avrei anche qui qualche precisione da fare. Punto primo, i rapporti anali sono vecchi quanto il mondo, già nell’85d.C. Marziele nei suoi epigrammi prendeva in giro i vizi dei Romani: “Foedasti miserum, marite, moechum, et se, qui fuerant prius, requirunt trunci naribus auribusque voltus. Creditis te satis esse vindicatum? erras: iste potest et irrumare ” che tradotto suona :”Marito, l’amante infelice di tua moglie hai sfigurato, il naso e le due oreccchie con un colpo gli hai mozzato. Credi forse con ciò d’esserti vendicato? Ti puoi certo sbagliare: l’amante di tua moglie è ancora in grado d’inculare!!”.
    Senza contare poi che la sodomia tra uomini a quei tempi era anche più diffusa soprattutto tra i patrizi i quali imparavano dai loro maestri anche a fare sesso, quindi di solito il primo rapporto era omosessuale. Comunque la cosa non era vista così scandalosa (a periodi alterni in base all’imperatore) così come oggi sarebbe prendere un caffè.
    In seguito invece con l’ascesa della religione cattolica per motivi opposti si è verificato lo stesso fenomeno. Ossia, dovendo le donne arrivare illibate al matrimonio riversavano i desideri dei loro spasimanti sul loro ano. Ai giorni nostri direi invece che il fenomeno e diffuso principalmente tra le popolazioni musulmane dove è ancora importante l’illibatezza per il matrimonio, quindi tunisini, marocchini, arabi ecc ecc sono i principali fruitori di questa pratica

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