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Ai Mondiali debutta il corso di parolacce

Un docente del corso di inglese per prostitute: sulla lavagna, alcuni termini “tecnici”.

I Mondiali di calcio brasiliani hanno segnato un record prima ancora d’iniziare: hanno fatto nascere il primo corso al mondo di inglese (ma anche di francese, di spagnolo e d’italiano) nel quale le parolacce sono una parte fondamentale del programma.
Gli allievi impareranno a dire “Hallo, what’s your name?” ma anche i nomi più volgari dei genitali e delle prestazioni sessuali. Strano? Non molto, perché è un corso rivolto alle prostitute di Belo Horizonte: il “Curso de idiomas para profissionais do sexo”, organizzato dall’Associação das Prostitutas de Minas Gerais.

Il logo del corso di lingue.

Il logo del corso di lingue.

I corsi, frequentati da circa 300 alunni (lucciole e travestiti), sono stati un importante tappa di aggiornamento per le professioniste del sesso: in Brasile, la prostituzione in sè non è reato. E’ un lavoro, con le sue regole, i suoi rischi, e anche il suo linguaggio “tecnico”, fatto di parolacce. In nessuna latitudine si chiedono prestazioni sessuali usando termini “puliti”, scientifici: spogliato dei sentimenti, il sesso mercenario va dritto al sodo, usando termini diretti e volgari di cui nessuno – da che mondo è mondo – si offende o si scandalizza. Già sui muri di Pompei, per fare un esempio, c’erano graffiti, sopravvissuti fino a noi, tipo: “Felix felat assibus I”, (Felix lo succhia per un asse, una moneta di bronzo).

Dunque, il corso di inglese volgare è stato un modo per tenersi al passo col mercato, per ampliare la clientela (i Mondiali attirano migliaia di turisti da tutto il mondo) usando un linguaggio appropriato. Ma non è solo marketing: imparare l’inglese, per le prostitute, può essere anche un modo per salvarsi la vita. Fa la differenza poter dire a un cliente “All with condom” (tutto con preservativo) o anche solo “Please, take a shower” (per favore, fatti una doccia)…

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