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Il mio nuovo libro: gli scherzi degli scienziati

Amici di Parolacce, vi annuncio una grande novità: oggi esce il mio nuovo libroIl pollo di Marconi e altri 110 scherzi scientifici” pubblicato da Dedalo. E’ il primo saggio che raccoglie gli scherzi fatti dagli scienziati negli ultimi 150 anni. Fra i protagonisti, 5 premi Nobel (Guglielmo Marconi, Enrico Fermi, Richard Feynman, Hans Bethe, Andrei Geim), protagonisti del calibro di Nikola Tesla, Benjamin Franklin, Thomas Edison, Isaac Asimov, Enrico Bombieri, Richard Branson. E persino riviste specializzate (“Science”, “Nature”, “Scientific American”, “British Medical Journal”) ed enti di ricerca (Nasa, Esa, Cern, FermiLab). Uno sguardo inedito e divertente sulla storia della scienza. Del resto, se un genio del calibro di Mozart amava fare scherzi (come raccontavo in questo articolo), perché le menti altrettanto brillanti della scienza non dovrebbero fare altrettanto?

Figlio di Bestiale

Cosa c’entra questo libro con le parolacce? C’entra molto: l’ispirazione per scriverlo mi è venuta proprio grazie a questo sito. E precisamente dalla scoperta di uno degli scherzi più clamorosi della storia: lo studio, pubblicato su una rivista di fisica, il “Journal of statistical physics”, che aveva tra i firmatari un certo Stronzo Bestiale dell’Istituto per gli Studi avanzati di Palermo. Quando, per la prima volta svelai su questo  sito  il retroscena di questo scherzo, decine di scienziati di tutto il mondo mi scrissero per segnalare altri scherzi. Così ho iniziato a cercare le tracce di altri fra le biografie degli scienziati e fra le pubblicazioni specialistiche. Alla fine ne ho trovati più di 100 nella letteratura di tutto il mondo. Scoprirete che gli scienziati ne hanno combinati di tutti i colori:  vi potrete divertire in questo originale viaggio nella storia della scienza. 

Le imprese dei goliardi

La consegna del kit di evasione al ministro Fontana (a sinistra, con la cravatta rossa) da parte dei goliardi di Padova (museo Gaudeamus).

Ma c’è anche un altro legame fra le parolacce e il mio nuovo libro: la goliardia. Che non è solo una disposizione d’animo gaudente e scherzosa, ma un movimento intellettuale che ha segnato le università fin dalle origini. I primi goliardi furono infatti i clerici vagantes”, gli studenti squattrinati che si mettevano al servizio dei ricchi, dei professori guadagnandosi da vivere come giocolieri, buffoni, intrattenitori. Le poesie e i canti goliardici sono caratterizzati da un mix di cultura e oscenità. Non aggiungo altro per non “spoilerare” il libro, nel quale racconto le sensazionali imprese dei goliardi delle università di Bologna e di Padova. Come quella volta in cui, quando l’allora ministro dell’Università Sandro Fontana visitò l’ateneo di Padova, i goliardi gli regalarono un kit per l’evasione: era l’anno 1992, in piena Tangentopoli, quando molti politici italiani finivano nel mirino delle inchieste giudiziarie ricevendo avvisi di garanzia.

Einstein, la linguaccia e il pappagallo

La celebre foto di Einstein fra i coniugi Aydelotte (Arthur Sasse/Nate D. Sanders Auctions). E’ stata venduta all’asta a Los Angeles nel 2017 per 125mila dollari

E come si colloca, in questo ambito, lo scienziato per eccellenza, Albert Einstein? Partiamo dalla sua immagine più celebre, quella della linguaccia. Nonostante le apparenze, non la fece per scherzo, ma per stizza. La foto fu scattata il 14 marzo 1951 da Arthur Sasse, reporter della United Press, al termine della festa per celebrare i 72 anni del fisico all’Università di Princeton. Dopo aver posato per varie foto, quando salì in auto con Frank Aydelotte (direttore dell’Institute for Advanced Studies) e la moglie Marie Jeanette,  Sasse gli chiese di posare per un ultimo scatto. Einstein, ormai stanco della serata, rispose facendo per dispetto la linguaccia. I giornali dell’epoca la pubblicarono, e lo stesso Einstein ne chiese 9 copie che usò come cartoline da spedire agli amici. In una scrisse sul retro: “Questo gesto ti piacerà, perché è rivolto a tutta l’umanità. Un civile può permettersi di fare ciò che nessun diplomatico oserebbe fare”.
Dunque, uno scienziato dotato di autoironia. E anche col gusto delle battutacce, come emerge dalla sua biografia più celebre
 “Einstein. La sua vita, il suo universo” di Walter Isaacson. Nel 1909, quando gli fu offerta la cattedra di fisica all’università di Zurigo, all’inizio rifiutò perché aveva uno stipendio inferiore rispetto a quello che riceveva all’Ufficio Brevetti; poi  le autorità di Zurigo aumentarono l’offerta, e Einstein accettò. «Così ora anch’io sono ufficialmente membro della corporazione delle puttane» disse esultante a un collega.
Quando negli anni ‘30 venivano scoperte sempre nuove particelle subatomiche, lui andò in crisi perché non riusciva a trovare una teoria unificante. E scrisse al collega Max von Laue: «Mi sento come un bambino che non riesce a capire come funziona l’ABC, anche se, abbastanza stranamente, non abbandono la speranza. Dopotutto qui si ha a che fare con una sfinge, non con una disponibile puttana».

Per il suo 75° compleanno, nel marzo del 1954, Einstein ricevette da un centro medico, come inatteso regalo, Bibo, un pappagallo da compagnia che gli fu recapitato alla porta di casa in una scatola. Era stato un viaggio difficile, e il pappagallo sembrava traumatizzato. In quel periodo Einstein frequentava una donna di nome Johanna Fantova, che aveva conosciuto in Germania negli anni ’20 e lavorava all’Università di Princeton. «Il pappagallo è depresso dopo la sua traumatica consegna e Einstein sta cercando di tirarlo su di morale con i suoi scherzi, che l’uccello non sembra apprezzare» scrisse la Fantova nel diario che teneva dei loro incontri e delle loro conversazioni. Einstein era convinto che Bibo fosse depresso, e gli raccontava barzellette oscene. Nel suo diario, la Fantova riporta anche poesie e giochi di parole volgari, di cui Einstein era appassionato.


Se volete conoscere il lato scherzoso di altri celebri scienziati, non vi resta che leggere il libro. Lo trovate in tutte le librerie d’Italia, e  sui portali di Ibs.it, Amazon, Mondadori, Feltrinelli , Libraccio, Hoepli, Libreria Universitaria, PDEUnilibro, Librerie Rizzoli, Libro Co e Dedalo.

E se volete rimanere aggiornati sulle iniziative e gli approfondimenti legati a questo libro, andate sul mio sito personale.

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