
La copertina di “Highway to hell” (1979).
Il brano “Le freak” non è l’unica hit mondiale a essere nata da una parolaccia, come avevo raccontato. Anche una celebre canzone degli AC/DC, uscita nel 1979, ha una storia simile. Sto parlando di “Highway to Hell”, uno degli inni hard rock più iconici di sempre.
Secondo alcuni sarebbe nata come risposta (in senso opposto) a “Stairway to heaven” dei Led Zeppelin: infatti, mentre “Highway to hell” significa “Autostrada per l’inferno”, “Stairway to heaven” significa “Scalinata per il paradiso”. Il cantante degli AC/DC Bon Scott morì 6 mesi dopo l’uscita del brano, nel 1980, a soli 33 anni per overdose di alcolici. Questo ha rafforzato la leggenda su un gruppo maledetto e in odore di satanismo. Qualcuno aveva persino ipotizzato che AC/DC stia per Anti-Christ Devil’s Child. Spiegazione suggestiva ma falsa: la hit degli AC/DC (acronimo di Alternating Current e Direct Current, corrente continua e alternata), è nata con tutt’altro significato. Lo racconto qui insieme ad altre curiosità sui testi di questa iconica band. Canzoni con un lessico graffiante, gergale, ma non volgare un tanto al chilo: nei primi 10 anni di carriera (i più ruggenti, i più fuori dal coro) hanno scritto solo 6 parolacce, ma non lasciatevi ingannare: i loro testi sono sempre sopra le righe e anticonvenzionali, e parlano di sesso e vita da rockstar.
Un riff evidente “come le palle d’un cane”

Il chitarrista Angus Young in concerto (2010).
“Highway to hell” è stata lanciata nel 1979. Grazie a questo successo gli AC/DC entrarono per la prima volta in cima alle classifiche britanniche e statunitensi. Gli AC/DC erano un gruppo già attivo in Australia dal 1973, ma solo dall’anno successivo, con l’arrivo del cantante Bon Scott (conosciuto perché era il conducente del loro autobus in tournèe) iniziò a prendere forma il loro stile, che si è poi consolidato con l’arrivo del batterista Phil Rudd e del bassista Cliff Williams. Nel 1978 gli AC/DC erano già un gruppo hard rock noto sulla scena internazionale.
E proprio con “Highway to hell” gli AC/DC sono diventati una band planetaria: il brano inizia con un celebre riff di chitarra di Angus Young (TARATA’ – TARATA’-TARATA’ – TARATA’-TARATATTA-TATA’), a cui poi si aggiungono via via gli altri strumenti. Un riff che resta inchiodato nella memoria: il fratello di Angus, Malcom disse che «Salta all’occhio come le palle di un cane». Non si può pretendere una raffinata poesia da una band di rockettari australiani.
Ma com’è nata questa canzone, scritta da Angus e Malcom Young e Scott? Angus ha rivelato che il titolo era ispirato a una risposta che Scott aveva dato a un giornalista quando gli aveva chiesto come fosse la loro vita in tournée. Per lui, era «A fucking highway to hell», ovvero «una cazzo di autostrada per l’inferno». La band infatti girava il Paese in lungo e in largo senza sosta, fra viaggi estenuanti, concerti e alcol. Il riferimento era in particolare alla Canning Highway a Perth (Australia), una strada che aveva una pessima reputazione: curve pericolose, incidenti, locali malfamati. Con l’aggiunta di un sole rosso all’orizzonte durante il tramonto, il riferimento all’inferno era venuto fuori automaticamente.

Gli AC/DC in concerto a Washington (2008).
E il diavolo è stato citato nel testo del brano: “Hey Satan, payed my dues playing in a rocking band”, ovvero “Ehi, Satana ho pagato i miei debiti suonando in una band rock”. Tanto che, nella copertina del disco (che prese il titolo proprio da quel brano) Angus posava con corna e coda da diavolo: alcuni fan lessero il brano come la risposta, rovesciata, di “Stairway to heaven” dei Led Zeppelin, inno alla spiritualità hippie degli anni ’70. Ma la band ha sempre respinto le accuse di satanismo, spiegando che era solo un’esagerazione ironica sullo stile di vita rock ‘n’ roll – non una dichiarazione spirituale. Insomma, i musicisti avevano semplicemente un approccio provocatorio e teatrale. Anche se, quando incisero il brano, eliminarono la parolaccia dal titolo: nessuna radio, né tantomeno televisione, l’avrebbe trasmessa così.
Nel testo, la canzone dice: “Suono in un gruppo rock / Hey Mamma, guardami / Sono sulla strada per la terra promessa / Sono sull’autostrada per l’inferno / Non fermatemi / Sono sull’autostrada per l’inferno / E sto andando giù, giù fino al fondo / Nessuno stop, nessun limite di velocità / Nessuno riesce a farmi rallentare“. In alcune versioni live, Scott correggeva la strofa “Nobody’s gonna mess me round” (“nessuno riesce a farmi rallentare”) in “Nobody fuck me around”, ovvero “Nessuno mi prende per il culo”.
Gli altri brani scurrili

La band in concerto a Madrid (2009).
Ci sono però altri testi degli AC/DC che hanno usato un linguaggio esplicito. Ho esaminato tutti i testi dei primi album della loro carriera. Ho esaminato le versioni australiane dei dischi, più elastiche di quelle destinate al mercato europeo e statunitense: in patria, la band godeva di maggiore libertà espressiva, almeno nei primi anni. Alcuni testi più spinti non vennero censurati, forse per il tono ironico e da pub rock percepito come parte dello stile.
Ho studiato gli album dei primi 10 anni, da “High voltage” (1975) a “Fly on the wall” (1985). Ho trovato in tutto 6 parolacce: poche per definire gli AC/DC una band scurrile, anche se i loro testi sono sempre sopra le righe.
In “High voltage” (1975) c’è un brano intitolato “She’s got balls”, ovvero “lei ha le palle”. Scott racconta di averla scritta perché sua moglie gli aveva chiesto di dedicarle una canzone. Il risultato fu che lei chiese il divorzio, ha poi raccontato Scott.
Ecco cosa dice il testo “Lei ha le palle, quella donna / mi fa sorridere, quella donna / ha grinta, quella donna è / funk, quella donna / ha velocità, la mia donna / ha ciò di cui ho bisogno, la mia donna / ha la capacità / di fare di me un uomo, / ma la cosa più importante di tutte / lasciami dire che / la donna ha le palle”.
Dunque, per quanto greve, il brano era un elogio. Forse la moglie non ha gradito la strofa che diceva “Alla mia ragazza / piace strisciare / per tutto il pavimento / sulle sue mani e ginocchia / perché le piace compiacermi … nessuno deve dirle a cosa serve un ragazzo”.
Nel disco successivo, “T.N.T.” (1976) c’è la canzone “Rock ‘N’ Roll Singer” (cantante di rock and roll), il testo dice: “Puoi tenerti le tue stupide regole / e tutte le altre stronzate / che insegni ai bambini a scuola / perché non sono uno stupido /sarò un cantante rock ‘n’ roll” (“you can stick your golden handshake / and you can stick your silly rules / and all the other shit / that you teach to kids in school / ‘cause I ain’t no fool / gonna be a rock ‘n’ roll singer”).
Nell’album “Dirty Deeds Done Dirt Cheap” (azioni sporche a buon mercato, 1976), nella canzone “Ain’t No Fun Waiting Round To Be A Millionaire” (non è divertente aspettare di diventare milionario). E’ un inno ironico e disincantato ai sogni di fama e ricchezza: il protagonista racconta di aver lasciato il lavoro nella sua città, aspirando a diventare una rockstar. “Ho dei buchi nelle scarpe / ho dei buchi nei denti / ho dei buchi nei calzini / non riesco a dormire / sto cercando di fare un milione”. La strofa finale dice: “Ehi, ciao Howard, come va amico, vicino di casa? Togli il tuo cazzo di Jumbo dal mio aeroporto” (hey, hello Howard, how you doing friend, next door neighbour / getting you’re fucking Jumbo outta my airport). Una battuta iperbolica, come a dire che prevedevano di diventare così ricchi da possedere un intero aeroporto.
Nell’album successivo, “Highway to hell” (1979), a fronte del “fucking” sparito dalla canzone principale, appare però un’altra parolaccia: shit, merda. E’ nel testo di “If you want blood (you got it)” ovvero “Se vuoi il sangue, l’otterrai”. E’ una denuncia sulla brutalità del mondo dello spettacolo rock, che chiede, appunto, il sangue a chi suona, che sente di vivere una vita da animale nello zoo umano, “con la merda che ti lanciano addosso” (the shit that they toss to you) sentendosi “come un cristiano chiuso in una gabbia e dato in pasto ai leoni”.
E infine ecco “Back in black” (1980) l’album che ha dato una duratura fama mondiale alla band. Un brano “Shake a leg” (scuoti la gamba, ovvero “Datti una mossa”) è una celebrazione ruvida, energica e ribelle dell’adolescenza “fuori controllo”, un inno a chi rifiuta di adattarsi alle regole imposte dalla società. Una strofa dice: “kickin’ ass in the class and they tell me I’m a damn disgrace” ovvero “dando calci nel culo al resto della classe, e mi dicono che sono una maledetta disgrazia”. E ancora: “magazines wet dreams dirty women on machine’s for me, big licks skin flicks tricky dick’s are my chemistry”, ovvero: “Riviste, sogni bagnati, donne sporcaccione sulle macchine per me, grandi leccate, film scollacciati, cazzi furbi sono la mia chimica”.

Angus Young nel 1982
In questo disco ci sono altri tre brani, ancora più piccanti per il contenuto erotico, descritto esplicitamente ma in modo allusivo, senza parolacce. Sono inni al sesso sfrenato nella vita di una rockstar.
Uno si intitola “Let me put my love into you”, ovvero, “Lasciami mettere il mio amore dentro di te”. Ecco alcune strofe: “sarò la guida e cavalcheremo / dandomi quello che hai / Non lottare / Non combattere / Non preoccuparti perché è il tuo turno stasera / Lasciami mettere il mio amore dentro di te tesoro / Lasciami mettere il mio amore in gioco / Lasciami mettere il mio amore dentro di te tesoro / Lasciami tagliare la tua torta con il mio coltello”.
L’altro è “Giving the dog a bone”, ovvero “Dando l’osso al cane”, laddove l’osso è palesemente il fallo maschile, e il cane… una donna. La canzone (un inno al sesso orale) inizia con: “Lei ti butta giù dolcemente / si inginocchia davanti a te / scende giù fino al diavolo / giù, giù, a novanta gradi / mi manda fuori di testa / finché non ho più munizioni da sparare / Sta usando la testa / sta usando la testa ancora. E io sto solo dando un osso al cane”.
La terza è Shoot To Thrill (letteralmente: sparo per eccitare): Tutte voi donne che volete un uomo della strada / non sapete da che parte girarvi / continuate a venire / e porgetemi la mano / perché sono io quello che vi farà bruciare /
ti porterò giù / giù giù giù /quindi non scherzare /premerò premerò premerò / premerò il grilletto / Troppe donne troppe pillole, sì /sparo per emozionare gioco per uccidere / ho la mia pistola pronta a sparare a piacimento / Sono come il male, ti entro sotto la pelle / come una bomba pronta a esplodere.
A dimostrazione che si può essere estremamente trasgressivi anche senza usare nemmeno una parolaccia.